La Val d’Agri custodisce un’anima antica, fatta di silenzi, sguardi autentici e paesaggi che parlano al cuore. Qui, lontano dai ritmi frenetici delle città, il turismo assume un significato diverso, non più corsa verso la prossima meta ma ascolto, scoperta, connessione. Il turismo lento in Val d’Agri è un invito a vivere con intensità, ogni incontro, ogni passo, ogni respiro. Significa camminare tra borghi sospesi nel tempo, assaporare la cucina delle nonne, lasciarsi sorprendere dai racconti di chi ha deciso di restare. Qui il viaggiatore non è un semplice visitatore ma è un ospite che ha il tempo di immergersi nei ritmi autentici della vita quotidiana.
Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta di altri borghi dall’anima slow. Dopo aver conosciuto Moliterno, Sarconi e Grumento è la volta di Spinoso, Montemurro, Viggiano e Calvello.
Spinoso è un piccolo paese adagiato sulle pendici del Monte Raparo dove lo stress sembra dissolversi nell’aria pulita e il rumore del mondo lascia spazio al silenzio. Le case in pietra locale, i vicoli stretti, i balconi fioriti raccontano la vita semplice ma intensa di chi abita questi luoghi con amore e rispetto. Ogni angolo custodisce una storia, ogni anziano seduto all’ombra di una piazzetta è una pagina viva della memoria collettiva. Qui il tempo è custode della bellezza autentica senza bisogno di ricorrere a filtri o effetti speciali, le case abbracciate le une alle altre raccontano di famiglie, di attese, di ritorni, poi c’è il Castello che da secoli osserva dall’alto forte e fragile insieme, e gli antichi portali che rappresentano una delle caratteristiche più affascinanti e distintive del piccolo borgo della Val d’Agri. Questi portali, realizzati tra il XVIII e il XIX secolo, sono opere di maestri artigiani locali e sono scolpiti principalmente in pietra di Padula, una pietra calcarea pregiata estratta nel vicino Vallo di Diano. Spesso decorati con motivi barocchi e neoclassici, i portali adornano i numerosi palazzi gentilizi che punteggiano il centro storico del paese. Spinoso è per questo definito il “Paese dei portali” che non rappresentano solo elementi architettonici ma sono veri e propri testimoni di un’epoca e di una tradizione che ha valorizzato la lavorazione della pietra come forma d’arte. Il turismo lento a Spinoso non è solo passeggiare tra i vicoli del piccolo borgo è anche natura, tra i sentieri che si aprono tra i boschi e portano a panorami mozzafiato, è spiritualità nel silenzio delle chiese rupestri e nella quiete dei conventi, è sapore della cucina contadina fatta di ingredienti semplici e sapienza antica. Spinoso inoltre, è l’unico paese dell’Alta Val d’Agri ad avere sbocco diretto sul Lago di pietra del Pertusillo, un invaso artificiale circondato da una pittoresca pineta punto di riferimento per gli appassionati di birdwatching e pesca sportiva. Sul lago il tramonto non è solo un momento del giorno ma è un’esperienza. Il cielo che si tinge di rosa, il lago che fa da specchio e ci si ritrova in silenzio a vivere un’emozione che resta per sempre.
Ci sono luoghi dove il silenzio ha il suono della bellezza e ogni sguardo si perde tra colline morbide, vicoli antichi e cieli infiniti. Montemurro, incastonato tra i monti della Val d’Agri, è uno di questi luoghi rari, sospesi tra storia a natura, tra memoria e meraviglia. È la destinazione perfetta per chi cerca un viaggio “lento” che non consuma ma contempla. Il borgo ha conservato intatto il suo fascino di paese lucano, dominato da palazzi nobiliari e chiese secolari, come la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta con il suo campanile che svetta tra i tetti rossi e i profili montani. Montemurro è anche il paese natale di Leonardo Sinisgalli, il poeta – ingegnere, l’uomo che sapeva fondere arte e scienza, razionalità e sogno. Visitare Casa delle Muse, sede della fondazione a lui dedicata, è un’esperienza che arricchisce l’anima: libri, fotografie, oggetti e installazioni descrivono il mondo interiore di un uomo che ha saputo raccontare la Lucania con parole leggere e profonde. Per chi ama camminare e lasciarsi accarezzare dal paesaggio, Montemurro è circondato da boschi, sentieri e panorami che parlano al cuore. Il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, regala scorci naturali mozzafiato, ideali per escursioni a passo lento, alla ricerca del semplice piacere di un tramonto che colora le montagne. Il turismo lento è anche sapore, profumo, attesa, qui ogni piatto è un gesto d’amore, una celebrazione della terra. Montemurro è anche terra d’olio, di un extravergine che rappresenta la forza della sua gente e la ricchezza di questa terra. Prodotto dagli ulivi coltivati da generazioni sulle terrazze che guardano la valle, l’olio di Montemurro è il risultato di un’agricoltura paziente, sostenibile e rispettosa dei ritmi naturali. Fruttato, leggero, profumato e con un retrogusto leggermente amaro e piccante, che sorprende il palato, è ideale su pane caldo, legumi e piatti della tradizione lucana. Visitare un frantoio locale, specialmente nel periodo della raccolta, è un’esperienza che coinvolge i sensi e il cuore. Montemurro non chiede nulla ma offre tempo, spazio, emozione. È un luogo dove il turismo diventa esperienza, dove ritrovare sé stessi e magari portare con sé una bottiglia d’olio che sa di casa. E qui, più che mai, risuonano attuali le parole del poeta montemurrese Sinisgalli «Il viaggio non è soltanto andare, ma fermarsi, respirare, vivere».
In alto, nel cuore della montagna, c’è Viggiano come una luce che filtra tra le nuvole, terra di musica e preghiera. Qui l’anima si innalza al suono dell’arpa lucana, che per secoli ha raccontato il dolore e la speranza di un popolo, la Madonna Nera, regina e madre della terra di Basilicata, veglia sul popolo e sulla Valle dall’alto del Suo santuario dove i pellegrini la raggiungono ancora a piedi, in silenzio, come un tempo. Qui il tempo sembra scorrere con un ritmo diverso, quello della natura che abbraccia ogni cosa, delle storie che si intrecciano tra le pietre antiche e dei volti sinceri di chi continua a custodire tradizioni senza tempo. Nel piccolo paese di Viggiano ogni angolo racconta un pezzo di storia, dalle note struggenti della celebre arpa, che qui è molto più che uno strumento musicale, è anima e voce della comunità, alla maestosità della Basilica Pontificia che domina il borgo. Il turismo lento a Viggiano è un invito a rallentare, a respirare a fondo l’aria fresca di montagna, è sedersi sulle panchine di pietra a guardare l’infinito panorama della valle. Viggiano è noto in tutta Italia, e anche all’estero, per la sua tradizione musicale legata all’arpa, strumento simbolo di questo paese. Fin dal ‘600 si sono tramandate generazioni di arpisti che hanno portato la loro musica per il mondo. Nel piccolo Museo dell’Arpa e della Tradizione Musicale, custodito nella casa natale di un celebre arpista, si respira l’essenza di questa passione. Un altro elemento che rende Viggiano un luogo di forte spiritualità è il culto della Madonna Nera, venerata con profonda devozione. La statua lignea della Madonna nera, venerata come Regina e Patrona della Lucania, è al centro di un’antica tradizione che attrae pellegrini da tutta la Basilicata e oltre. Ogni anno la prima domenica di maggio la Madonna Nera viene portata in processione, a piedi, tra canti, preghiere e silenzio, attraverso sentieri e antichi tratturi, fin sul Sacro Monte, a 1700 metri di altitudine, dove si trova il santuario, per poi far ritorno in paese la prima domenica di settembre. Un cammino lento, faticoso, riflessivo, che simboleggia la connessione tra cielo e terra, tra l’umano e il divino. Questo rito antico, intriso di mistero ed emozione, è un invito a fermarsi, a riflettere, a lasciarsi avvolgere da un senso di pace interiore che solo la fede condivisa e la natura incontaminata sanno donare. Il Santuario della Madonna del Sacro Monte, raggiungibile nei mesi estivi con escursioni guidate a piedi lungo antichi tratturi, offre un panorama indimenticabile sulla Valle.
Se durante l’estate il piccolo borgo offre vari momenti di festa e di intrattenimento, anche durante l’inverno, quando la neve copre dolcemente i tetti delle case e le montagne si fanno silenziose, Viggiano si trasforma in una piccola “località alpina” intima e accogliente. Il Comprensorio Sciistico del Monte di Viggiano, poco distante dal centro, è una perla nascosta per gli amanti del turismo lento anche nella stagione fredda. Una piccola stazione con piste da sci alpino, fondo e snowpark, adatta a famiglie e principianti, immersa in un paesaggio incantevole. Il vero incanto è però ciaspolare nei boschi, vivendo il silenzio che regala il candido manto nevoso.
Non distante da Viggiano, tra i monti che abbracciano la Val d’Agri e la Val Basento, sorge Calvello, con le sue stradine acciottolate, i panorami mozzafiato e le tradizioni secolari, meta ideale per chi cerca un turismo autentico, lontano dalle rotte più battute. Incastonato tra boschi, sorgenti e pietra viva, è uno di quei borghi che non si attraversa in fretta, si vive passo dopo passo, respiro dopo respiro. Il centro storico di Calvello è un intreccio poetico di vicoli stretti, scale di pietra e case adagiate le une sulle altre. Dominando il borgo, il Castello Carafa – Ruffo, regala una veduta panoramica sulla vallata sottostante. Al suo interno il Museo Multimediale della ceramica celebra l’antica tradizione dei “faenzari”, artigiani locali che nel ‘500 esportavano la loro arte in tutto il Mediterraneo con un’esposizione di piatti, vasi e altri oggetti realizzati in ceramica. Inoltre la Bottega della Faenza permette l’acquisto di ceramiche artigianali locali.
Per gli amanti della natura, una camminata fino al Monte Saraceno, conduce al Santuario della Madonna del Monte Saraceno, un luogo di spiritualità immerso in un paesaggio lussureggiante.
Ogni anno tra ottobre e novembre, i boschi di castagni di Calvello si trasformano in luogo di festa. Con una superficie di circa 60 ettari, il castagneto comunale offre l’opportunità di raccogliere castagne grazie ai servizi di accoglienza organizzati dal Comune e dalla Proloco. La gastronomia calvellese è un viaggio nei sapori genuini, fatta di prodotti semplici legati alla terra e tradizione contadina.
In questi luoghi il turismo lento non è una moda, non è solo un viaggio ma è un ritorno, a sé stessi, alla natura, alle radici. E mentre il sole tramonta dietro i crinali delle dolci colline il cuore si riempie di gratitudine perché non si è solo visitato un luogo ma si è entrati in una storia, si è entrati a far parte di un ritmo che non si dimentica più.
Qui non servono filtri, la luce è già perfetta, i paesaggi parlano da soli e il tempo, finalmente, smette di correre.
Lascia il caos, prendi uno zaino leggero e vieni a vedere cosa succede … quando si riparte lo si fa con un pezzo di cuore rimasto lì, tra i vicoli e le nuvole, dove il tempo ha scelto di fermarsi per lasciare spazio alla bellezza.
Agnese Rubino
Foto Comune di Spinoso – Comune di Montemurro
Comune di Viggiano – Comune di Calvello