Notizie Il 2026 del Parco Appennino Lucano: “Ambizione Ambientale”.

A colloquio con Antonio Tisci, presidente del Parco.

Antonio Tisci, presidente del Parco Appennino Lucano, ha attraversato il 2025 prima come commissario del Parco e poi come presidente. Partiamo da questo: è cambiato qualcosa nel passaggio da commissario a presidente?

Diciamo che dal punto di vista dei poteri e delle funzioni non ci sono cambiamenti sostanziali, la situazione cambierà quando la Comunità del Parco e i Ministeri competenti nomineranno il direttivo del Parco, che sarà un organo collegiale che mi affiancherà. Mi auguro che avvenga quanto prima così da poter condividere con il direttivo le scelte strategiche nella gestione dell’Ente.

Il 2025 cosa ha rappresentato per il Parco?

Nel 2025, in continuità con il 2024 abbiamo operato su due linee principali:

  • il consolidamento della struttura amministrativa dell’Ente. Senza fare nuove assunzioni e grazie all’attività egregia del direttore del Parco e dei funzionari abbiamo avviato una serie di pratiche anche sbloccando fondi che erano fermi da tempo e che ci hanno consentito di avviare nuove iniziative; 
  • l’altra linea di attività che abbiamo portato avanti riguarda la tutela del territorio tramite la sua valorizzazione sulla base dell’idea forza secondo cui la difesa del territorio può e deve essere svolta con il contributo e il coinvolgimento dei cittadini. I cittadini apprezzeranno la tutela ambientale comprendendo i vantaggi che da questa derivano non solo per l’ambiente ma anche per la comunità. Il rispetto della biodiversità è nell’interesse dei cittadini.

Ecco, parliamo di tutele ambientale. È possibile fare qualche esempio di attività realizzate nell’anno?

A Spinoso abbiamo realizzato un centro studi sulla biodiversità che stiamo convenzionando con il mondo universitario. Grazie a questo dei ricercatori universitari verranno ad effettuare degli studi importanti sulle peculiarità ambientali del Parco. 

Assieme all’ISPRA, lIstituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, stiamo controllando il DNA ambientale della matrice acqua all’interno del Parco.

Dopo il successo della prima edizione, abbiamo realizzato la seconda edizione di NAIADI su lago Sirino, la manifestazione ideata per promuovere un dialogo concreto e propositivo sul futuro delle aree protette,

Stiamo lavorando poi alla promozione del territorio. Ad esempio abbiamo fatto realizzare un video che racconta i passaggi generazionali in atto nell’ambito della pratica della transumanza. 

E segnalo anche una serie di sentieri che stiamo organizzando come ad esempio il “Cammino dei Cinti” che ripercorre i sentieri della transumanza e delle chiese extramurarie collegate.

Stiamo poi lavorando con Slow Food a favore dei prodotti tipici del territorio. La nostra ambizione in prospettiva è realizzare un marchio di qualità dei prodotti del Parco che dia valore aggiunto ai prodotti di eccellenza.

Tra le attività ce ne sono anche che riguardano la fauna?

Voglio citare una “chicca” che segnala il nostro modus di operare. Avevamo delle risorse assegnateci dal Ministero per la tutela dell’ululone, un piccolo anfibio in via di estinzione. Questo anfibio ama vivere nei fontanili per uso rurale. Abbiamo preso spunto da questo per avviare la ristrutturazione di oltre 20 fontanili all’interno del Parco ed abbiamo sottoscritto un protocollo con l’associazione regionale allevatori grazie al quale gli associati potranno beneficiare dei fontanili per far abbeverare i loro animali e al contempo si impegnano ad assicurare la manutenzione dei fontanili recuperati. Avremo così dei pastori custodi della biodiversità.

In termini di fauna un tema molto sentito dalla comunità è poi il contenimento numerico dei cinghiali presenti sul territorio. Abbiamo e stiamo operando in questa direzione e un risultato concreto è stato anche il far uscire i cinque comuni del Parco confinanti con la Campania dall’area di restrizione.

Nell’insieme, qual è l’idea guida che il Parco deve perseguire secondo lei?

L’idea è costruire un Parco che sia vicino ai cittadini e al contempo strumento di sviluppo del territorio: lo sviluppo attraverso la tutela. Ho coniato un claim per il Parco: “Ambizione Ambientale”. Ambizione Ambientale evoca la circolarità tra esseri umani e ambiente e la necessità di mantenere equilibrio e armonia tra loro.

Parliamo ora del 2026. Quali sono le previsioni e i programmi per il Parco?

Sicuramente proseguiremo sulle linee su cui ci siamo mossi nel 2025.

A questo vorrei aggiungere che il nostro impegno sarà sempre più orientato al pieno coinvolgimento della comunità del Parco: amministrazioni cittadine, associazioni, imprese, scuole, una strada indispensabile per dare forza e senso a tutti i nostri sforzi. 

In prospettiva poi vedo forme anche di “allargamento” del coinvolgimento anche di territori limitrofi e di quanti li frequentano. A poca distanza dai confini del Parco ci sono importanti località sul mare che attraggono un notevole flusso turistico. Ebbene, far conoscere ai frequentatori di queste località le opportunità che il Parco offre a breve distanza da loro potrebbe orientare molti visitatori verso il nostro territorio.

Più in generale uno degli obiettivi chiave per noi nel 2026 sarà comunque dotarci di strumenti efficaci per la comunicazione del Parco, per far conoscere a livello nazionale e internazionale le opportunità che il Parco offre a chi lo visita. Perché bisogna sempre ricordare che la funzione istituzionale del Parco non si limita solo alla tutela ambientale ma riguarda anche lo sviluppo dell’agricoltura, dell’artigianato e del turismo.

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