È stato da poco riconsegnato alla comunità, dopo un lungo lavoro di restauro, l’antico lavatoio pubblico di contrada Arsieni a Moliterno. Nascosto tra le pieghe di una valle verdeggiante, il lavatoio non è solo una struttura in pietra, è una porta aperta nella memoria collettiva, un luogo che ancor oggi custodisce l’anima di una comunità antica. Immagina di camminare lungo un sentiero di campagna, accompagnato solo dal fruscio leggero del vento tra le foglie e dal suono dell’acqua che scorre, un percorso ideale per chi sceglie il turismo lento, una forma di viaggio che privilegia l’incontro, l’ascolto e la connessione profonda con il territorio. Una passeggiata nella contrada di Arsieni, non lontano dal centro abitato del borgo di Moliterno, ripercorrendo quello che un tempo era il “Sentiero delle lavandaie”, ti conduce dolcemente fino all’antico lavatoio in pietra e alla vicina cappella rurale dedicata alla Madonna. Un tempo qui si lavavano i panni con sapone fatto in casa e si condividevano storie, racconti, dolori, speranze. Le donne del paese si radunavano al lavatoio non solo per il bucato ma per sostenersi a vicenda, le risate, i canti, le confidenze mormorate tra uno strizzare e l’altro trasformavano quel luogo in un’eco della vita. Oggi che le mani non sfregano più le stoffe nell’acqua, quello spazio non ha perso la sua voce. La conserva nelle pietre levigate, in quella umidità che profuma di terra viva. E che si ferma ad ascoltare riesce ancora a sentire il battito profondo di un tempo antico e profondo. Raggiungere il lavatoio è semplice per chi ama camminare, bastano scarpe comode, uno zaino leggero e tanta voglia di ascoltare.
Scriveva Valinoti Latorraca nella sua “Monografia storica della città di Moliterno” «La fontana di Arsieni trovai sulla via omonima che mena a Lauria, dal lato sud del paese, alla quota di metri 708, ed a circa centoventi metri sotto il piano della Piazza dell’abitato […] La fontana di Arsieni eroga acqua abbondante e fredda, ma alquanto dura ed indigeribile per l’eccedente quantità di Sali che contiene […] Se la fontana di Arsieni venisse ben garantita, potrebbe annoverarsi, per la sua importanza, tra le principali della Provincia. Questa fontana fu sistemata ad edicola nel 1619, e poscia, nel 1750, travolta da un tifone che cagionò la caduta di diverse case rurali, alberi e ponti, tra i quali quello antichissimo sul fiume Maglia, venne rifatta definitivamente allo stato attuale nel 1875».
Con gli anni aveva perso parte della sua originaria bellezza, ma oggi si mostra di nuovo nel suo antico splendore, con l’acqua sorgente che scorre ancora come una volta, fresca e cristallina, e vi si può ammirare anche uno dei rari stemmi in pietra del paese.
Lo stemma raffigura una torre merlata e due torri più piccole con un leone rampante, posizionato sulla torre centrale, sormontato da una corona simbolo del potere imperiale. Fu rinvenuto in una raffigurazione impressa in fondo ad una pagina di scrittura del 1567 ed è simile ad altri cinque ritrovati: uno sul fonte battesimale della Chiesa Madre che porta la data del 1617, uno riportato sulla porta del teatro diruto, un altro apposto sulla facciata della cappella di San Rocco, che probabilmente in passato sormontava la “Porta Lombarda” una delle porte di ingresso del paese che si trovava nei pressi di questa cappella, un altro inciso sulla nicchia della statua di San Domenico di Guzman nella chiesa del Rosario e questo posto sul lavatoio di Arsieni.
Quello di Arsierni è un sito di grande interesse storico-culturale non solo per la presenza del lavatoio in pietra ma anche per la presenza della Cappella dedicata alla Presentazione di Maria al tempio (festa che ricorre il 21 novembre). Questa chiesa fu edificata su di un’antica edicola pre-esistente, per Valinoti Latorraca si trattava di un antico luogo di culto pagano come è testimoniato dal capitello corinzio capovolto che funge da acquasantiera. L’attuale costruzione risale al 1583, affrescata dal pittore locale Evangelista De Pirro. Nel 1916 la chiesa subì un restauro in cui l’antico altare fu rivestito di pannelli di marmo, le pareti furono tinteggiate di bianco e gli affreschi laterali ricoperti di calce bianca. Il terremoto del 1980 la rese inagibile, restaurata poi a cura della Soprintendenza, è stata riaperta al culto nel 1995. Il soffitto in legno è incorniciato da una ghirlanda di foglie con al centro un ovale che raffigura la Madonna col Bambino e risale alla prima metà del XVIII secolo.
Al centro dell’abside, in una nicchia, è rappresentata la Madonna seduta con il Bambino benedicente sulle ginocchia. Nella parte concava dell’arco dell’arco in alo è raffigurato Dio Eterno Padre, in basso a destra Sant’Antonio da Padova, a sinistra San Francesco d’Assisi; nella parte sinistra dell’altare è dipinto Sant’Antonio Abate, a destra Santa Maria Maddalena e Santa Caterina di Alessandria (XVI – XVII).
Attualmente sono in corso i lavori per il ripristino di uno storico sentiero medievale che dal Castello di Moliterno porta in quella che era l’antica valle di Grumentum, congiungendo il borgo proprio con l’antico lavatoio e la cappella della Madonna di Arsieni. Sarà un cammino da offrire a turisti e residenti, che ripercorre antiche vie medievali tra boschi, selciati e mura secolari.
Visitare questi luoghi significa immergersi nel cuore della memoria locale. Il silenzio che avvolge la cappella, immersa nella natura, invita alla riflessione e alla calma, mentre il lavatoio con la sua architettura semplice e funzionale, rievoca gesti antichi e ritmi dimenticati. Il turismo lento assume qui un significato concreto: camminare senza fretta, osservare con attenzione, lasciarsi guidare dai suoni della natura e dal fluire dell’acqua. È un’esperienza che arricchisce, che permette di entrare in sintonia con il territorio e la sua storia, riscoprendo il valore di una dimensione più autentica e profonda del viaggiare.
Agnese Rubino
Foto : Marianna Spina
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